La scelta di Federico Flamigni, 19 anni, appena terminato il liceo, ha scelto di iniziare subito a maturare esperienza per rincorrere la sua ispirazione: diventare insegnante.
Federico, perché hai scelto il servizio civile?
Sono uno studente all’Università di Bologna, studio Filosofia. Sentivo il bisogno di mettermi in gioco in qualcosa di concreto, che potesse aiutare chi è in difficoltà, ma non solo. Avevo la necessità di vivere esperienze formative in ambito educativo e formativo, poiché sogno un giorno di insegnare a scuola.
Ogni giorno svolgi molte attività. Quali?
Faccio parte di un progetto ampio, all’interno di VolontaRomagna. Nella mia sede, il Cantiere 411 dell’associazione Il Pellicano, mi occupo delle attività educative pomeridiane: aiuto compiti e percorsi individuali, giochi e attività ricreative, iniziative e feste di aggregazione.
Le attività sono rivolte a bambini e adolescenti, del quartiere ma anche da fuori. Ci sono aspetti che pensi siano distintivi di questa esperienza?
Sicuramente la flessibilità è un aspetto chiave. Serve adattarsi molto ma anche l’ente è molto disponibile ad ascoltare le mie esigenze. Ad esempio frequento l’università e capita di doversi assentare per un esame o una lezione. Non ho mai avuto problemi in questo senso. Serve però tanta determinazione e intraprendenza per vivere bene questo anno di servizio civile.
Pensi quindi che sia una esperienza utile al tuo percorso professionale?
Certamente. Credo a prescindere dalle mie scelte lavorative future, questa esperienza possa darmi una buona base di partenza di competenze trasversali ma anche pratiche. Non esistono corsi di formazione per soft skill o per imparare a relazionarsi con colleghi, quindi il servizio civile ti forma anche in qualcosa impossibile da sperimentare diversamente. Sono tutte capacità che mi serviranno nel mio percorso per diventare insegnante.
A giugno probabilmente uscirà il bando di servizio civile regionale, cosa consigli?
Fare il primo passo è difficile. Serve molta forza di volontà per dedicare un anno del proprio tempo. Oggi, a distanza di diversi mesi dall’inizio, posso dire che è una esperienza meravigliosa. Consiglio di informarsi, provare e sperimentarsi. Ci sono tanti progetti e alcuni sicuramente vicini al percorso di ognuno.
Cosa porterai nel cuore dopo questo anno di servizio civile?
Le relazioni che sono nate. Ad esempio, le lunghe chiacchierate con ragazzi e ragazze delle scuole superiori. Sono anch’io appena uscito da quella situazione, in cui il futuro pare qualcosa di cui aver timore. Poter ascoltare queste paure e star loro accanto, facendo sentire la mia vicinanza, mi riempie di gioia: credo non esista modo migliore per aiutare questi ragazzi a fare scelte consapevoli per il loro futuro.