Una storia come tante nella nostra provincia, quella di Nicoletta Rossi, 21 anni, che ha scelto di vivere un anno di servizio civile all’interno di una scuola del suo paese, Mercato Saraceno.
Nicoletta, come sei arrivata a questa scelta?
Nel 2020 mi sono diplomata in Ragioneria turistica e non è stato un anno semplice per cercare un lavoro. Ho colto l’occasione di vivere questo anno di servizio civile a scuola, per mettermi in gioco e maturare competenze. Nel tempo libero mi piace molto leggere e ho sempre avuto il sogno di aprire una libreria, penso che questa esperienza mi aiuterà tanto.
Durante il tuo servizio giornaliero a scuola di cosa ti occupi?
Il mio ruolo è di supporto alla didattica, sempre affiancata agli insegnati e agli operatori scolastici. Cerco di fare del mio meglio per aiutare i ragazzi con qualche difficoltà e aiuto gli insegnanti nella gestione della classe. La giornata inizia presto, con l’accoglienza dei primi ragazzi che arrivano in autobus e successivamente seguo il gruppo classe nelle sue attività.
Quali sono gli aspetti fondamentali del tuo anno di servizio civile?
Sicuramente il fatto che aiuto la mia comunità. Mi sento di fare la differenza e questo mi riempie di gioia. Mi sta aiutando a crescere grazie alla gestione di piccole responsabilità e questo per chi si affaccia nel mondo del lavoro è importantissimo.
Pensi quindi che sia una esperienza utile al tuo percorso professionale?
Sono una ragazza timida. Imparare a confrontarsi con persone di tutte le età è importante per qualsiasi scelta lavorativa che farà in futuro. Il Servizio Civile mi porta a confrontarmi con gli altri continuamente, insegnanti, responsabili, ragazzi, compagne di servizio. Tutto questo è utile e prezioso al mio futuro, ne sono consapevole.
Ad un aspirante volontario, cosa consigli?
A chi è indeciso, consiglio di buttarsi in questa avventura. Non solo con il servizio civile si aiutano gli altri, ma soprattutto si aiuta se stessi. E’ una esperienza di crescita a 360 gradi e ti aiuta a conoscere tutto quello che ti gira intorno, servizi pubblici, enti, attività che altrimenti non avrei mai conosciuto.
Cosa ti porterai a casa dopo questo anno?
Le relazioni con i ragazzi che seguo. Non sono un’insegnate e i ragazzi lo comprendono. Con me si crea un legame differente, un ponte che aiuta i ragazzi ad esprimersi e relazionarsi a loro volta con gli adulti. Un pò come un peer educator, qualcuno che possa aiutarli nei momenti difficili ad esprimersi e raccontarsi. Mi riempie di gioia essere fermata, ascoltata, essere un pò sostegno e “complice” in questa avventura insieme. Anche solo dare conforto dopo una verifica andata male è quel che può servire ad un giovane studente a non buttarsi giù e ripartire. Per me questo significa prendersi cura della propria comunità. Per me questo è Servizio Civile.